Qualora stessi cercando un trattamento efficace per disturbi di origine autoimmune come le cheratiti da occhio secco, potresti aver sentito parlare della Ciclosporina. Nell’articolo approfondiremo l’applicazione della ciclosporina nel trattamento di questo disturbo, tanto diffuso sia nell’uomo che nell’animale.
La cheratocongiuntivite secca (KCS) nota come sindrome dell’occhio secco colpisce milioni di persone in Europa ed è uno dei disturbi della superficie oculare più comuni.4 Inoltre è il disturbo più frequentemente diagnosticato anche nella specie animale, con una maggiore incidenza nei cani anziani.2
La KCS deriva da disfunzioni delle ghiandole lacrimali responsabili dell’alterazione della composizione del film lacrimale con cambiamenti patologici dei tessuti della superficie oculare 5causa un danno progressivo alla superficie corneale che può portare a una riduzione diretta o indiretta della vista.4 Anche nei cani, la causa più comune di KCS, è un processo autoimmune localizzato a carico delle ghiandole lacrimali: le ghiandole lacrimali colpite mostrano diminuzione della capacità secretoria.2
I sintomi più comuni dell’occhio secco sono:5
La scoperta della CsA ha portato ad una grande svolta nella gestione di questi sintomi con enormi riscontri anche sulla lacrimazione. Infatti, l’uso della Ciclosporina, sia sotto forma di olio che di emulsione, a diverse concentrazioni, rappresenta una strategia efficace nelle cheratiti da occhio secco. Tuttavia, come già detto, ad oggi, resta una terapia approvata solo per il trattamento della cheratite severa.
In oftalmologia veterinaria la ciclosporina è somministrata soprattutto attraverso la via topica. Non è l’unico farmaco immunomodulatore che si usa: ce ne sono altri che agiscono secondo lo stesso meccanismo d’azione o molto simili, come ad esempio il Tacrolimus. Nonostante ciò, la ciclosporina riveste un ruolo di fondamentale importanza per tenere sotto controllo alcune delle patologie oculari più rappresentate in oftalmologia veterinaria e soprattutto nel cane.2 La terapia con CsA richiede generalmente una somministrazione regolare per tutta la vita dell’animale e, nella maggior parte dei casi più applicazioni nel corso della giornata. È quindi molto importante che il proprietario comprenda che non esiste una cura risolutiva della malattia, ma che può apportare enormi miglioramenti alla vita dell’animale se applicato correttamente e spesso senza interruzioni.2
La galenica è di fondamentale importanza in ambito oftalmico sia ad uso umano che veterinario. Ad oggi si utilizzano preparazioni galeniche diluendo la CsA a diverse concentrazioni per meglio adattarle alle patologie da trattare e/o alle esigenze del paziente.2
Non solo, nell’uso cronico di un farmaco si può far ricorso alla galenica anche per ovviare all’insorgenza di effetti collaterali causati dai conservanti. Ne è un esempio, la presenza di benzalconio cloruro (BAC) come conservante nelle formulazioni. In questi casi, viene impiegato un particolare contagocce multidose senza conservanti, l’Ophthalmic Squeeze Dispenser (OSD). Questa tecnologia permette di eliminare la necessità di conservanti alla formulazione: grazie ad una membrana filtrante sterile che filtra l’aria in entrata rimuovendo particolato e microorganismi e una valvola unidirezionale che impedisce il riflusso del liquido nel contenitore. Inoltre, è bene ricordare l’importanza di una camera bianca sterile adibita a questo tipo di preparazioni per garantire la sterilità e sicurezza della formulazione.
Sono tanti gli studi e le sperimentazioni a supporto dell’impiego di ciclosporina nella secchezza oculare3sia nell’uomo che nell’animale.
Le proprietà immunomodulatrici e antinfiammatorie la rendono una scelta preziosa e promettente nel campo delle patologie infiammatorie della superficie oculare, con uno spettro di utilizzo ampio.3
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FONTI
[1] https://ec.europa.eu/health/documents/communityregister/2022/20221128157793/anx_157793_it.pdf
[3] O. Levy et al. 2016. La ciclosporine topique en ophtalmologie : pharmacologie et indications thérapeutiques Topical cyclosporine in ophthalmology: Pharmacology and clinical indications. Journal Français d’Ophtalmologie. 39 (3); 292-307
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