E’ qui che entra in ballo il “Sistema Circadiano” del quale la MELATONINA è uno dei protagonisti principali.
Questo sistema di temporizzazione circadiano, è costituito da una rete di strutture gerarchicamente organizzate e responsabili di generare i ritmi circadiani: organi, tessuti, ghiandole, centri nervosi, sistemi di innervazione, tutte strutture che durante le 24 ore lavorano per regolare la propria attività e quella di varie funzioni e che permette agli organismi di adattare la loro fisiologia anticipando i cambi ambientali piuttosto che rispondere loro in maniera meramente reattiva.
Il sistema Circadiano è guidato, nei mammiferi, da un pacemaker circadiano collocato nel nostro cervello (nei nuclei soprachiasmatici dell’ipotalamo, per l’esattezza… insomma, in una regione ben precisa del nostro cervello). Un direttore d’orchestra per una sinfonia che si ripete ogni 24 ore e che si rivela nei processi che presentano variazioni ritmiche: la temperatura del corpo, il battito cardiaco, il sonno e la veglia, l’umore, persino l’espressione del nostro DNA e la produzione di certe molecole, come la produzione di MELATONINA.
E finalmente veniamo alla MELATONINA. E’ questa una molecola ubiquitaria nei domini biologici, è presente da sempre (o quasi), nei pesci, negli anfibi, nelle piante, nei mammiferi, ecc. e nel corso dell’evoluzione è stata adottata come “molecola del buio”. La definizione nasce dal fatto che la MELATONINA, nei mammiferi, è prodotta dalla ghiandola pineale durante la notte (al buio appunto) mentre la sua produzione viene inibita dalla luce.