In cosa consiste il Metodo Di Bella?

Professor Luigi Di Bella, fondatore del Metodo Di Bella. Il professor Luigi Di Bella nel suo laboratorio con un'assistente (anni 1970)

Il professor Luigi Di Bella nel suo laboratorio (1970) – Foto di Pubblico Dominio

Il Metodo Di Bella (MDB) è una proposta terapeutica oncologica formulata negli anni ’90 dal Prof. Luigi Di Bella, fisiologo italiano. Divenuta celebre a livello nazionale grazie all’eco mediatica tra il 1997 e il 1998, la MDB è stata oggetto di grande interesse e controversia nel panorama medico-scientifico e nell’opinione pubblica.1

Le origini del metodo

Luigi Di Bella (1912–2003), professore presso l’Istituto di Fisiologia Umana dell’Università di Modena, elaborò il Metodo Di Bella partendo da un’intuizione teorica: l’ipotesi che alcuni ormoni, in particolare l’ormone della crescita (GH) e la prolattina, potessero agire come stimolanti della crescita tumorale.1 Il MDB nasce quindi come approccio volto a inibire questi ormoni tramite l’uso di molecole specifiche, in particolare somatostatina e bromocriptina.1

In cosa consiste il Metodo Di Bella?

Il MDB è una combinazione complessa di molecole, che include:1,2

  • Somatostatina e suoi analoghi (come octreotide);
  • Bromocriptina e/o cabergolina;
  • Ciclofosfamide (a basso dosaggio);
  • Melatonina coniugata;
  • Retinoidi;
  • Vitamine antiossidanti (E, C, D);
  • Betacarotene, calcio, condroitinsolfato.

Questi componenti vengono utilizzati in formulazioni galeniche oppure come specialità medicinali, con dosaggi e combinazioni che variano da paziente a paziente. Secondo l’impostazione del Prof. Di Bella, la terapia non è standardizzabile, ma personalizzata, e si adatta al tipo di neoplasia e alla condizione del paziente.1,2

Modulazione del trattamento

Il MDB è organizzata in due moduli principali:2

  • modulo fisso, rivolto ai meccanismi comuni a tutti i tumori;
  • modulo variabile, personalizzato in base al tipo specifico di tumore e alla risposta individuale del paziente.
    Il modulo fisso del Metodo Di Bella include retinoidi, melatonina (in formulazione coniugata), inibitori della prolattina, somatostatina (o analoghi come octreotide), vitamina D, vitamina C, antiossidanti e una chemioterapia a basso dosaggio.2

Il razionale teorico del Metodo Di Bella

Il MDB mira a contrastare questi due processi fondamentali:

  • inibizione della proliferazione tramite il blocco dei fattori di crescita (GH, prolattina);1,2
  • blocco della mutazione e recupero della differenziazione cellulare con retinoidi, melatonina, vitamine D, C ed E.2
    In particolare, la somatostatina e i suoi analoghi sono ritenuti fondamentali per silenziare geni che favoriscono la crescita tumorale, come il GHRH (ormone di rilascio dell’ormone della crescita, ossia il GH), MDR1 (gene della resistenza ai farmaci) e altri associati all’infiammazione.2

La gestione pratica del Metodo Di Bella

La terapia viene effettuata prevalentemente a domicilio, con la somministrazione orale della maggior parte dei farmaci. La somatostatina (o l’octreotide) richiede invece iniezione sottocutanea serale tramite siringa temporizzata, per rispettare il ritmo circadiano dell’ormone della crescita.2

Per facilitare l’aderenza al protocollo, i pazienti sono invitati a strutturare uno schema giornaliero che specifichi orari e modalità di assunzione dei vari farmaci.2

I farmaci utilizzati includono sia specialità medicinali reperibili in farmacia, sia preparazioni galeniche allestite da farmacisti specializzati.2

Il Metodo Di Bella oggi

Il Metodo Di Bella, oggi, continua ad essere prescritto da alcuni medici e richiesto da pazienti che desiderano intraprendere percorsi terapeutici non convenzionali. Nonostante le controversie iniziali e il dibattito acceso seguito alla sperimentazione ministeriale del 1998, l’interesse verso il MDB non si è mai completamente esaurito.
Va inoltre sottolineato che la ricerca oncologica sta rivalutando ed evidenziando aspetti fondamentali della biologia neoplastica che il Metodo Di Bella aveva già anticipato e trattato da anni come obiettivo terapeutico primario.3

Tuttavia, l’approccio resta non ufficialmente riconosciuto come terapia oncologica standard e, per questo motivo, viene praticato in ambiti privati o integrativi. La sua applicazione richiede il coinvolgimento di medici che conoscano a fondo la complessità del protocollo e che siano in grado di adattarlo alle specifiche condizioni del paziente, mantenendo un attento monitoraggio clinico.

FONTI