All’interno del codice pattuito della confraternita bolognese di Santa Maria della Morte viene menzionata la figura dello speziale nell’ospedale a servizio dei malati, adibito alla preparazione di sciroppi, medicine, unguenti ed ogni medicamento prescritto dai medici.
Tale attività veniva svolta all’interno del complesso dell’Archiginnasio.
Grazie ad una riorganizzazione degli ospedali bolognesi, l’Istituto sanitario di Santa Maria della Morte venne unito a quello della Vita, determinando la nascita del Grande Spedale della Vita, ovvero attuale Ospedale Maggiore.
Questo è un anno storico per la Farmacia poiché, sotto la gestione di nomi illustri della Bologna del tempo (tra cui il dottor Neppi, allora gestore dell’azienda chimico-farmaceutica Zanardi), viene scelto il nome Farmacia del Pavaglione, richiamando l’adiacente portico del Pavaglione, così denominato perché nella vicina Piazza Galvani, nota anticamente come “Pavaglione”, dove veniva annualmente tenuta la fiera dei bozzoli da seta, già da prima del XVI secolo.
Inoltre, nel 1923 la Farmacia viene collocata nell’attuale ubicazione, ovvero pochi metri più avanti rispetto all’originale disposizione.
In un’antica scrittura, a proposito dell’Ospedale della Morte, compare un riferimento alla compravendita di mobili adibiti all’ “Arte Speziaria”.
L’amministrazione degli ospedali cede al Comune di Bologna il locale che ospitava l’Ospedale della Morte. Quindi i muri dello stabile diventarono comunali e la commissione di Sanità di Bologna delegò la conduzione della farmacia alla Famiglia Veratti, discendenti della celebre Laura Veratti, prima donna a diventare professoressa al mondo.
In un’antica scrittura, a proposito dell’Ospedale della Morte, compare un riferimento alla compravendita di mobili adibiti all’ “Arte Speziaria”.
All’interno del codice pattuito della confraternita bolognese di Santa Maria della Morte viene menzionata la figura dello speziale nell’ospedale a servizio dei malati, adibito alla preparazione di sciroppi, medicine, unguenti ed ogni medicamento prescritto dai medici.
Tale attività veniva svolta all’interno del complesso dell’Archiginnasio.
Grazie ad una riorganizzazione degli ospedali bolognesi, l’Istituto sanitario di Santa Maria della Morte venne unito a quello della Vita, determinando la nascita del Grande Spedale della Vita, ovvero attuale Ospedale Maggiore.
L’amministrazione degli ospedali cede al Comune di Bologna il locale che ospitava l’Ospedale della Morte. Quindi i muri dello stabile diventarono comunali e la commissione di Sanità di Bologna delegò la conduzione della farmacia alla Famiglia Veratti, discendente della celebre Laura Veratti, prima donna a diventare professoressa al mondo.
Questo è un anno storico per la Farmacia poiché, sotto la gestione di nomi illustri della Bologna del tempo (tra cui il dottor Neppi, allora gestore dell’azienda chimico-farmaceutica Zanardi), viene scelto il nome Farmacia del Pavaglione, richiamando l’adiacente portico del Pavaglione, così denominato perché nella vicina Piazza Galvani, nota anticamente come “Pavaglione”, dove veniva annualmente tenuta la fiera dei bozzoli da seta, già da prima del XVI secolo.
Inoltre, nel 1923 la Farmacia viene collocata nell’attuale ubicazione, ovvero pochi metri più avanti rispetto all’originale disposizione.