Cannabis e Cannabinoidi a uso terapeutico: benefici, applicazioni e normative

La Cannabis terapeutica è sempre più al centro dell’attenzione per il suo potenziale nel trattamento di diverse patologie. Utilizzata sotto stretto controllo medico, questa pianta offre nuove opportunità per migliorare la qualità della vita dei pazienti. Approfondiamo i benefici, gli utilizzi e le normative in Italia sui cannabinoidi, i principali principi attivi della pianta, impiegati nelle preparazioni galeniche a base di Cannabis ad uso terapeutico.  

Che cos’è la Cannabis terapeutica?

La cannabis terapeutica è un trattamento medico che utilizza le proprietà della pianta di Cannabis sativa L. per alleviare sintomi specifici legati a diverse patologie. La pianta contiene oltre 100 composti chimici noti come cannabinoidi, tra cui i più studiati sono:  
  • – THC (tetraidrocannabinolo) con proprietà psicoattive e terapeutiche che agisce sul sistema nervoso centrale[1] con azione analgesica e miorilassante; [2] 
  • – CBD (cannabidiolo) che non presenta effetti psicotropi ma offre benefici grazie all’effetto antinfiammatorio e analgesico. [1][2] 
  •  
Entrambi i composti lavorano in sinergia con il sistema endocannabinoide del corpo, un insieme di recettori coinvolti nella regolazione di funzioni fondamentali come il dolore, l’umore e il sonno. La Cannabis terapeutica si distingue dall’uso ricreativo per il suo rigoroso impiego medico e la necessità di una prescrizione specialistica. Cerchiamo di capire e approfondire le condizioni in cui viene prescritta e utilizzata.  

I benefici della Cannabis terapeutica

Oggi, l’uso terapeutico di Cannabis, è considerato un trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard nei casi di inefficacia della terapia o comparsa di effetti collaterali. Non avendo indicazioni terapeutiche autorizzate, è utilizzata off-label per trattare una vasta gamma di condizioni mediche:[2] 
  • – analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) resistente alle terapie convenzionali; 
  • – analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con antinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici o oppioidi si sia rivelato inefficace; 
  • – effetto anticinetosico ed antiemetico nella nausea e vomito, causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali;  
  • – effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa, che non può essere ottenuto con trattamenti standard; 
  • – effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali;   
  • – riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette, che non può essere ottenuta con trattamenti standard. 
  •  
Ma quali sono le formulazioni impiegate in ambito clinico?  

Come si utilizza la Cannabis terapeutica

  1. La Cannabis terapeutica può essere assunta con diverse modalità che comportano una diversa biodisponibilità dei principi attivi e nello specifico:  
    • – la VIA ORALE, sottoforma di gocce e capsule; 
    • – la VIA INALATORIA, sotto forma di infiorescenze inalate mediante un apposito vaporizzatore. 
    La via inalatoria è caratterizzata da un assorbimento del THC rapido e completo e una quota di THC in circolo pari al 30-50%; mentre l’assunzione per via orale presenta un assorbimento di THC pressoché completo, di cui solo il 10-20% raggiunge la circolazione sistemica, per via della degradazione che subisce a livello epatico.[2]  Infatti, è importante sottolineare la natura lipofila dei cannabinoidi che comporta un accumulo nel tessuto adiposo, influenzando l’assorbimento e un rilascio lento dei principi attivi. Per questo motivo, il dosaggio è strettamente individuale e deve essere stabilito dal medico in base alle esigenze del paziente, iniziando spesso con dosi basse per monitorare la risposta. La dose di cannabis va aumentata gradualmente, settimana dopo settimana, fino alla comparsa dell’effetto terapeutico e secondo indicazioni del medico.[2]  

Normative in Italia sulla Cannabis terapeutica

In Italia l’uso terapeutico di cannabinoidi è consentito dal 2007 (D.M. 18.04.2007), da quando i principi attivi psicoattivi della Cannabis, di sintesi o naturali, sono stati trasferiti dalla “Tabella” che includeva le sostanze passibili di abuso, alla “Tabella” contenente le sostanze ad uso terapeutico. 

Ad oggi, sono disponibili diverse sostanze attive di origine vegetale a base di Cannabis ad uso medico, acquistabili dalle farmacie per l’allestimento di preparazioni magistrali, dietro presentazione di ricetta medica non ripetibile.[3] È possibile allestire medicinali con il rapporto THC/CBD desiderato, scegliendo tra le specialità in commercio e ricorrendo, eventualmente, all’aggiunta di CBD, come sostanza pura, alla preparazione. 

Se desideri maggiori informazioni o hai bisogno di una consulenza personalizzata, contattaci.  

Questo articolo è stato redatto esclusivamente a scopo informativo basandosi su una ricerca bibliografica accurata. L’obiettivo principale è quello di fornire informazioni esaustive e aggiornate sui temi trattati. Si sottolinea che non si intende promuovere né pubblicizzare specifici prodotti o servizi. Si consiglia sempre di consultare un professionista qualificato per eventuali decisioni e/o trattamenti medici. 

Terapia di Bella a Bologna: i principi attivi e le preparazioni allestite dalla Farmaciadel Pavaglione. A Bologna, dal 1997 ad oggi, la Farmacia del Pavaglione, sita in…

Leggi……….

Il diidrotachisterolo è un analogo della Vitamina D, la quale nella sua forma attiva (il calcitriolo) esercita un ruolo fondamentale nell’omeostasi e…

Leggi……….

Il termine retinoidi comprende un ampio numero di sostanze che presentano analogie nella loro struttura chimica ma che si differenziano sostanzialmente per…

Leggi……….